Cammino di Santiago

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Spingiti fino a Finisterre: non te ne pentirai!

Eccomi, a Santiago de Compostela!

Il 1 agosto, dopo 31 giorni di cammino, sono arrivato a Santiago de Compostela, una città dallo stile architettonico decisamente affascinante, viva grazie alle vite e alle speranze delle persone che vi giungono, nella quale si respira la storia e la spiritualità accumulate nei secoli.

Non so se lo sai, ma è la città spagnola con il maggior numero di portici! Sembra proprio una cittadina di altri tempi, cristallizzata nel medioevo.

Il giorno dopo nella piazza della Cattedrale mi ricongiunsi con quasi tutte le persone che ho incontrato durante il cammino. Arrivarono anche vari gruppi, ognuno con le bandiere sventolanti della propria nazione. Diverse nazioni, diverse etnie, unite al cospetto della Cattedrale che segnava la fine di un cammino e l’inizio di una nuova visione della vita.

Abbiamo ballato insieme, a girare in cerchio a coloro che suonavano, e più ballavamo più persone si aggiungevano. In quel momento il tempo si era fermato, eravamo tutti un’unica entità.

Dopo Santiago, volevo vedere Finisterre

Mi sono avviato così, dopo i festeggiamenti, a prendere il pullman, direzione Finisterre: dovevo vedere l’oceano e respirare ancora di più il senso di libertà.

Il nome è evocativo: Finisterre deriva dal latino, finis (fine) e terrae (terra), la fine della terra, del mondo conosciuto.

Ad un certo punto mi sono sentito chiamare per nome: erano Simone, Elisa e Matilde, che avevano avuto il mio stesso impulso. Eravamo, di nuovo, insieme.

Quella sera sulla spiaggia mi ha regalato l’emozione di vedere l’oceano al tramonto, tra caldo e vento. Che colori, che forza l’oceano agitato, quanta bellezza nelle onde, ai miei occhi, giganti che si infrangevano! Sono rimasto ore a guardare, con lo sguardo rapito da tutto questo.

Ho provato per la prima volta nella mia vita la sensazione strana di apertura verso il mondo, sapendo che quel “mare” era senza confini, privo di terre e di approdi.

Il mattino dopo mi incontrai in spiaggia con i miei, ormai, amici, e ci buttammo senza pensarci troppo, nelle acque dell’Atlantico.

Ritorno a Santiago, per tornare a casa.

In mattinata sarei dovuto tornare a Santiago. Avevo già il biglietto per il pullman. Al momento dei saluti, ci siamo stretti in un abbraccio che raccoglieva un mix di emozioni, dalla felicità di esser arrivati alla meta, alla gratitudine di essere coi piedi nell’oceano Atlantico tutti insieme, alla tristezza dell’addio.

Siamo rimasti abbracciati, in silenzio per dieci minuti.

Mentre mi allontanavo, ogni tot metri, mi giravo per salutarli. E mentre salutavo loro, salutavo anche i 31 giorni sui sentieri del Cammino Francese del Cammino di Santiago de Compostela, il “Lorenzo” prima della partenza e accoglievo, con il cuore pesante (per la fine dell’esperienze) il “Lorenzo” arricchito nei ricordi, nello spirito, nelle conoscenze.

Il mio Cammino di Santiago de Compostela.

Ti ho raccontato molto delle persone che hanno “fatto” il mio cammino di Santiago. Scusami se ti ho annoiato con nomi e circostanze, ma una delle cose che ho capito è che la condivisione del momento con persone che stanno vivendo con te un’esperienza è una parte fondamentale di un viaggio del genere.

I paesaggi, le stelle, le difficoltà, cosa sarebbero stati senza le persone con cui ammirarli e superarli?

Sono tornato a casa con ricchezza di parole dette e ascoltate, paesaggi visti e condivisi, profumi intensi da annusare ogni volta che chiudo gli occhi e… tanta nostalgia di ripartire e rifare il Cammino di Santiago, un’altra volta.

Chissà se ci riuscirò…

Cammino di Santiago

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